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Ogni anno a ottobre si celebra la Giornata Mondiale della vista, una ricorrenza che ha l'obiettivo di promuovere la salute della vista e le iniziative per la prevenzione di malattie e disturbi visivi.
Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel mondo ci sono più di 2 miliardi di persone che hanno una disabilità visiva, di cui circa 1 miliardo avrebbe potuto prevenire o potrebbe ancora affrontare la malattia. Fra questi ultimi si contano più di 90 milioni affetti da cataratta e più di 7 milioni da glaucoma. Anche in Italia i dati confermano l'impatto che le malattie della vista hanno a livello di sanità pubblica, considerato che oltre 1.600.000 persone soffrono di una disabilità visiva.
Le malattie più gravi che possono colpire la vista sono la maculopatia, patologia che affligge la parte centrale quindi migliore della retina, la cataratta, il glaucoma, le uveiti e le gravi infezioni del segmento anteriore.
Nel mondo occidentale le patologie più importanti sono quelle legate alla sofferenza maculare e retinica, quindi la retinopatia diabetica o la retinopatia e maculopatia legate all'età, che diventano poi causa di cecità dopo i 50 anni. Una popolazione ricca, come quella occidentale, ha maggiori danni legati ai dismetabolismi e alle sofferenze arteriose che provocano poi l'insorgenza di retinopatie diabetiche o altre forme di sofferenza retinica.
La cataratta è la malattia più diffusa, motivo di cecità nei paesi più poveri e prima causa di cecità al mondo. In alcuni paesi è endemica, come in India, perché legata a problemi alimentari e di malnutrizione e ha quindi un'incidenza maggiore in età pediatrica.
In Italia la cataratta colpisce:
Nel mondo occidentale si presenta come opacità fisiologica intorno ai 40-45 anni per poi diventare un’opacità più importante che porta a perdere la vista. Mentre prima il cristallino della cataratta andava operato quando la situazione era drammatica, ora si tende a operare prima, per affrontare un intervento più serenamente, senza o con minori complicanze, ma anche perché è aumentata la qualità di vita richiesta dai pazienti. Oggi con le lentine intraoculari, utilizzate anche per curare gli astigmatismi, si può quindi trovare una soluzione in anticipo rispetto al passato.
Il glaucoma, altra patologia endemica e importante in quanto seconda causa di cecità al mondo, si associa a problemi malformativi oculari o per un’eccessiva produzione di umore acqueo o per una ridotta escrezione di umore acqueo. Si associa spesso ai pazienti miopi, meno agli ipermetropi perché sono più legati al glaucoma acuto avendo la camera anteriore bassa.
In Italia circa 1 milione di persone sono affette da glaucoma, ma si stima che circa la metà non lo sappia in quanto non effettua visite di controllo periodiche: caratteristica della malattia è proprio il suo essere latente senza manifestarsi con sintomi particolari.
Vi sono poi le patologie infettive che possono prendere l’occhio sia nel segmento anteriore, come le congiuntiviti, cheratiti, blefariti, quindi infiammazioni della congiuntiva, della cornea o delle palpebre.
Quando l’infezione riguarda l’interno dell’occhio si parla di uveiti o vitreiti: si parla di uveiti posteriori, tipiche dell’uvea e della coroide, anteriore quando l’infiammazione riguarda l’iride e dei corpi ciliari.
Per approfondire:Come cambia la vista negli anni?
Le altre patologie oculari sono i vizi refrattivi della vista, diffusi da sempre e più conosciuti: la miopia, l’astigmatismo, l’ipermetropia, la presbiopia.
La miopia è il vizio refrattivo che impedisce di vedere bene da lontano, ma permette di vedere bene da vicino. Si tratta di un disturbo molto diffuso che in Italia colpisce circa il 25% della popolazione, oltre 15 milioni di persone.
L’ipermetropia è il vizio contrario: abbiamo un’ottima vista da lontano, ma facciamo fatica a leggere. Quando è legata all’età si parla di presbiopia o ipermetropia dovuta all’età, che si presenta dopo i 40-45 anni.
L’astigmatismo è un’irregolarità della curvatura corneale. Se riscontrata in età pediatrica si deve correggere in tempi brevi, altrimenti i bambini non vedono nitidamente e possono perdere la capacità di vedere bene.
Il nostro secolo è caratterizzato dalla digitalizzazione che ha dato molti disturbi oculari, lo abbiamo visto soprattutto nel lockdown, con lo smartworking e la didattica a distanza, che hanno aumentato il numero delle ore trascorse davanti agli schermi, provocando inevitabilmente una maggiore stanchezza degli occhi.
Di base davanti a un PC abbiamo una riduzione del film lacrimale e, di conseguenza, un occhio secco da lavoro. Questo avviene sia che si tratti di un bambino che gioca a un video gioco, sia di un adulto che, dopo le ore di lavoro davanti al computer, prosegue poi le attività ludiche davanti a uno schermo, che può essere quello della televisione o dello smartphone. Siamo diventati una generazione dipendente dai social e quando smettiamo di guardare computer e tablet per lavoro, proseguiamo con gli smartphone facendo in modo che ai nostri occhi arrivi di tutto.
Negli ultimi anni, in particolare negli ultimi due, i dati hanno confermato un fenomeno di "miopizzazione": in Europa si parlava già di epidemia di miopia nei ragazzi, in quanto confinati spesso davanti a video terminali per gioco o per studio. Negli studi internazionali si è visto, al contrario, che nei bambini che giocavano all’aperto l’incidenza della miopia era minore. Negli ultimi due anni si è assistito a un'esasperazione della miopia nei bambini e a un aumento della “computer vision syndrome” in una vasta percentuale della popolazione.
È buona norma innanzi tutto alternare il tempo trascorso davanti ai video ad altri in cui ci si distrae anche solo guardando fuori dalla finestra: questo vale sia per gli adulti che per i bambini.
Inoltre, sono d'ausilio sia le lacrime artificiali per migliorare la lacrimazione, sia le lenti con filtro particolare per la luce blu, così dannosa per i nostri occhi. La luce blu viene aggiunta nei dispositivi per rendere i colori più brillanti. Mentre in natura nello spettro fotocromatico rappresenta una parte infinitesima vicina ai raggi ultravioletti, nei dispositivi digitali viene molto aumentata. Quindi un occhiale che ci protegge dalla luce blu è importante come, altresì importante, è un occhiale da lavoro che consenta una buona messa a fuoco alla distanza di lavoro dal pc.
Per approfondire:L'occhio secco in età pediatrica
La prevenzione delle malattie della vista si basa sulla regolarità delle visite oculistiche che non devono essere trascurate con la scusa del "ci vedo bene". Gli screening periodici, come la visita medica per il lavoro o per il rinnovo della patente, sono comunque controlli opportuni da fare, ma non permettono di valutare lo stato di salute dell'occhio e dell'intero apparato visivo.
In generale si consiglia, pertanto, di effettuare la visita dall'oculista ogni due anni.
Per quanto riguarda i bambini questi vengono innanzi tutto visitati alla nascita con la ricerca del riflesso rosso, successivamente a 6 mesi con una prima valutazione clinica dall’oculista. Vanno poi seguiti ogni anno almeno fino alla scolarità: è molto importante eseguire i controlli prima dell'inizio della scuola, altrimenti il bambino potrebbe avere dei disturbi di apprendimento legati a un deficit visivo o un vizio refrattivo. A questo proposito ricopre un ruolo cruciale la refrazione in cicloplegia, che consente di evidenziare strabismi o vizi refrattivi latenti.
Nell’età adulta i pazienti che indossano gli occhiali tendono ad avere un buon rapporto con l’oculista e con l’ottico: ogni volta che c’è un aggiustamento o un calo visivo, va a verificarlo tramite visita oculistica, ogni due anni almeno. In tale occasione viene valutato anche tutto l’apparato visivo: in particolare il glaucoma che non dà sintomatologia e resta latente, e il fondo della retina dove si possono creare delle degenerazioni periferiche che possono portare alla rottura retinica.
Naturalmente se il paziente ha una storia di vizi refrattivi elevati in famiglia o casi di patologie come un glaucoma, una cataratta, una retinopatia, è molto utile che queste visite abbiano una maggiore periodicità e siano associate a esami OCT, campo visivo computerizzato e tutti gli esami che riteniamo opportuni per queste patologie.
Prevenire è sempre meglio che curare, quindi affrontare una valutazione clinica oculistica è sempre importante, a qualsiasi età e con una certa periodicità.
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Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso Università degli Studi di FIRENZE. Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 35175.
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